Un’abbazia dimenticata del sud-tirolo nel 1913 e il mistero che circonda “l’Ira di S. Giorgio” in un racconto esoterico, blasfemo e di compassione in cui vestire i panni di improvvisati investigatori degli abissi dello Spirito.
« Fa ribollire come pentola il gorgo, fa del mare come un vaso di unguenti. Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura. Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le bestie più superbe. »
19 set ‘04
In questi ultimi giorni ho deciso di mettere un po’ d’ordine tra i vecchi ricordi sepolti in soffitta. Già mi sembra di sentire le vostre parole di rimprovero, ma quando leggerete queste pagine - so che le leggerete anche se le lascerò qui dentro - sono certa che non mi daranno più fastidio. So che volete che io non mi sforzi, ma è stato bello e un po’ spaventoso come rileggere ancora una volta Ventimila leghe sotto i Mari: conosco cosa è successo, ma riviverlo è un’altra cosa.
Quando sono arrivata al baule di quando ero ancora bambina ho avuto la sensazione come di curiosare tra cose che sapevo essermi appartenute, e che adesso non mi appartenevano più. Non ricordavo neppure da dove veniva quel piccolo scrigno sul fondo. Ma quando l’ho preso non ho avuto il coraggio di aprirlo ancora una volta: un tremore nelle mani mi ha ricordato sin troppo bene ciò che di dissacrato vi era dentro.
Non vi chiedo niente in particolare, ma se fate dire una messa in suo suffragio mi renderete sicuramente fiera di voi.
E se ci riuscirete, perdonate quella putela che è diventata vecla.
LEVIATHAN - 1913 episodio II
Il Cristallo dell'Aleph
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